Colloquio di lavoro domande e risposte frequenti: come rispondere?
Domande di lavoro frequenti a un colloquio e risposte da dare
Dopo aver inviato tantissimi curriculum, finalmente il telefono squilla e dall’altra parte c’è un recruiter che ti invita a sostenere un colloquio per il ruolo a cui ti sei candidato e il mondo si ferma di colpo. Appunti ora e indirizzo e cerchi di sembrare il più professionale possibile.
Una volta conclusa la telefonata, che si tratti di un colloquio conoscitivo o motivazionale, l’ansia da prestazione monta allo stesso modo. Sì, perché intorno alle domande possibili durante un colloquio di lavoro si decide se il lavoro ti sarà affidato o verrai scartato.
Cerchiamo dunque di fare il punto su quali domande aspettarci e quali risposte dare a un colloquio di lavoro, preparandoci al meglio.
Domande colloquio di lavoro: ecco come rispondere
Parola d’ordine: essere preparati. Prepararsi al colloquio è fondamentale.
Una risposta sbagliata alle domande che ti vengono rivolte può influenzare in modo negativo l’idea che chi hai davanti inizia a farsi di te.
Meglio essere pronti a tutto allora. Cosa puoi fare?
Inizia a studiare l’azienda che ti ha contattato, partendo dalla sua storia per poi analizzare la sede, il numero di dipendenti, i valori e la cultura che vuole trasmettere. Leggi tutto quello che trovi, dal sito ufficiale ai profili social, dalle pagine di annunci di lavoro a interviste eventuali. Se ci sono dei video, trova il tempo per approfondire la business culture in cui, probabilmente, sarai inserito.
Questa è già una buona premessa per approcciare il colloquio. Sai chi hai di fronte e chi ti sta valutando. Sono loro a dover capire più di qualcosa sul tuo conto.
Esistono diverse tipologie di colloquio di lavoro. Provando a riassumere, ti parlerò del colloquio conoscitivo e del colloquio motivazionale, individuale o di gruppo.
A prescindere da questo, le domande di un colloquio di lavoro possono essere suddivise in macro-aree tematiche: avremo sicuramente domande sul candidato, domande sulle competenze e domande sulla carriera; facoltative, ma sempre insidiose, sono le domande non convenzionali, quelle che sembrano poco professionali e le domande rompicapo, utilizzate per spiazzare e sorprendere.
Anche con la giusta preparazione dunque, c’è sempre terreno per l’improvvisazione.
Qui di seguito ti farò una carrellata delle domande più frequenti durante un colloquio di lavoro, con esempi e suggerimenti, invitandoti inoltre a seguire il mio percorso personale per performare al meglio durante un colloquio di lavoro, senza restare stupiti (e ammutoliti) dalle domande che ti verranno poste.
Le domande di un colloquio conoscitivo
Quando parlo di colloquio conoscitivo, mi riferisco a quella tipologia di colloquio di lavoro che non contempla alcuna prova tecnica che dimostri una qualche abilità. Ci si limita esclusivamente a un incontro, spesso con una durata tra i 30 e i 45 minuti, in cui un recruiter (interno all’azienda o esterno) tende a farsi un’idea globale di te, della tua professionalità ma soprattutto della tue personalità. È una prima scrematura dei candidati e le domande per un colloquio conoscitivo sono abbastanza ricorrenti. Provo ad analizzarne qualcuna.
“Parlami di te”. La più classica delle domande, nonché una delle più difficili a cui rispondere è la classica “Mi parli un po’ di lei”. La semplicità apparente della domanda in realtà nasconde l’insidia dell’esposizione.
Moltissime persone non pensano sia necessario prepararsi a questo e non c’è nulla di più sbagliato.
Come dovresti rispondere? Allenati a fornire una breve ma esaustiva presentazione di te stesso, cercando di inserire qua e là degli spunti interessanti, che possano dare degli input al recruiter per approfondire qualche caratteristica personale.
Presentati parlando di te al presente, cosa fai in questo momento e perché. Riassumi gli studi e le esperienze lavorative che hai avuto, quali sono le tue competenze e abilità e, infine, riguardo al futuro, parla brevemente del motivo per cui sei al colloquio.
Ad esempio, se stai cercando di cambiare lavoro, spiega il perché, cosa ti aspetti e perché credi che questo ruolo possa essere tuo.
Non dilungarti troppo, stai attento al linguaggio del corpo e cerca di capire quando l’attenzione di chi hai davanti sta scemando e perché. E, a casa, allenati a esporre questa presentazione.
“Mi dica un suo pregio e un suo difetto”. Questa tra le domande del colloquio di lavoro, rappresenta un’ottima opportunità per colpire nel segno.
Tra i tuoi pregi ci sarà necessariamente qualcosa che ti rende incline al ruolo per cui ti stai candidando. Basta un solo pregio, non c’è bisogno che tu faccia un elenco.
Lo stesso vale per i difetti o punti di debolezza. Qui entra in gioco l’onesta e la capacità di auto-critica. Dimostra di essere una persona equilibrata e sincera, ma poni l’enfasi sulla volontà di migliorare anche un eventuale debolezza. Come? Studiando e seguendo corsi.
Un’altra domanda possibile, anche se meno frequente, durante un colloquio conoscitivo, è relativa alla tua sfera privata. Il tuo intervistatore potrebbe cercare di delineare la tua personalità (anche lavorativa) chiedendoti qualcosa sui tuoi hobby, sulle tue passioni, sul tuo tempo libero.
Anche qui occhio a non elencare una carrellata di tutto ciò che ti piace. Fai un selezione delle cose più importanti, cercando di stare attento a quelle che potrebbero avere una giusta declinazione nell’ambito lavorativo per cui ti candidi.
La passione è qualcosa di molto importante, anche sul posto di lavoro. Nessuno ha intenzione di assumere un automa che si limiti a far trascorrere passivamente la giornata lavorativa in ufficio e poi sparire. Comunica il giusto entusiasmo dunque.
Oltre a ciò che ti piace, potrebbero chiederti se c’è qualcosa che proprio non sopporti. Perché il recruiter ti chiede questo? Perché vuole analizzare la modalità con cui affronti un conflitto, se sei una persona polemica, che crea attrito tra i colleghi. Rispondi in maniera breve, senza entrare troppo nel dettaglio, e fai attenzione che quanto dici non contraddica la business culture di cui sopra. Sii diplomatico.
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Le domande di un colloquio motivazionale
Ti ho parlato finora delle domande frequenti durante un colloquio conoscitivo. Ora invece affrontiamo il colloquio motivazionale, cercando di capire quali altre domande potrebbero rivolgerti e come prepararti.
Un colloquio motivazionale, più che conoscere la tua persona, vuole indagare quali siano le abilità, le skill e le qualifiche che ti hanno spinto a candidarti per una specifica posizione.
Il recruiter, quasi sempre un dipendente dell’azienda, avrà come obiettivo quello di soppesare la tua motivazione, la determinazione e l’attitudine con le quali entrerai e lavorerai per l’azienda nel tempo. In sintesi, si valuta se sei idoneo o meno.
“Perché vorresti lavorare per noi?”
Questa è una domanda a cui bisognerà rispondere in maniera specifica, evitando risposte generiche che facciano sembrare questo impiego uguale a tanti altri. Quindi, come sopra, preparati una buona risposta che abbia a che fare con le tue capacità e le caratteristiche dell’azienda.
Questa, ricorda, è un’opportunità valida per distinguersi dagli altri candidati al posto di lavoro. Nel rispondere, potresti aggiungere anche elementi nuovi che potresti portare all’azienda, mostrando la tua capacità di analisi e conoscenza di quali siano le sfide che vedi all’orizzonte per un determinato settore. In fondo, durante un colloquio motivazionale, le tue risposte servono a vendere te stesso agli occhi del recruiter e dell’azienda. Quindi parla del perché vuoi questo lavoro, individuando due o tre aspetti che rendono il ruolo adatto a te.
“Dove ti vedi tra cinque anni?”
Qui si misura l’ambizione. La risposta da fornire deve essere onesta e non generica. Chi ti pone la domanda vuole conoscere le tue intenzioni, la volontà di fare carriera, capire se hai una crescita o se hai intenzione perlomeno di fare un percorso graduale. Nessuno vuole assumere una persona passiva che non ha nessuna ambizione o progetto.
Il colloquio motivazionale di gruppo
Termino questa carrellata di situazioni tipo, introducendo un’ultima occasione di colloquio: quello di gruppo, un’occasione in cui più persone candidate per la stessa posizione si troveranno ad interagire con loro in più occasioni durante la stessa giornata.
Questa modalità consente ai recruiter aziendali di accelerare i tempi di selezione, concentrando l’attenzione su soft skills quali, ad esempio, capacità di leadership, di lavorare in gruppo, di farsi ascoltare dagli altri e di saper negoziare durante i processi decisionali.
Il gruppo in fondo riproduce il team di lavoro.
Molte persone temono questo tipo di colloquio, in quanto devono confrontarsi sia con il recruiter (che il più delle volte tende ad osservare però) e gli altri candidati, che a seconda del caso, saranno colleghi o rivali.
Oltre alle presentazioni e alle domande elencate finora, durante un colloquio motivazionale di gruppo spesso si svolgono delle attività ludiche, dei giochi o delle sfide a squadre proprio per necessità di completezza delle informazioni.
Dunque, a cosa devi stare attento? Non prevaricare per emergere a tutti i costi. Anzi, cerca di ascoltare tutti con attenzione ma senza nasconderti. È importante che tu esprima la tua opinione anche se sei d’accordo con il resto del team.
Un atteggiamento aperto al confronto è visto di buon occhio perché è sinonimo di collaborazione.
Concludendo, durante questo tipo di colloquio non ci sono tante domande, ma è bene conoscere quali sono le attività assegnate più di frequente ai gruppi.
Se vuoi saperne di più ed essere pronto anche a questo tipo di sfida, ti invito a seguire il mio percorso “Pretendi il tuo lavoro” per essere sicuro di te durante i colloqui di gruppo, in quanto andremo a vedere quali sono le strategie dietro i giochi e le prove assegnate dai recruiter.
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