Come evitare le trappole mentali – Consigli pratici

Come evitare le trappole mentali? Nel precedente articolo su cosa sono le trappole mentali da evitare e quali sono le 7 da evitare, abbiamo elencato e descritto le principali bias cognitive in cui la nostra mente potrebbe cadere. Si tratta sostanzialmente di comportamenti mentali negativi reiterati nel tempo, che diventano abitudini, modalità che attiviamo senza che ce ne accorgiamo.

Inseriamo cioè il famoso Pilota Automatico.

Come abbiamo visto, le cause di questo comportamento sono dovute al funzionamento del nostro cervello. Ogni pensiero o azione crea un percorso neuronale.

Quando sviluppiamo un certo modo di pensare, esso diventa la nostra impostazione di default. Più spesso coltiviamo un atteggiamento mentale, più spesso calpestiamo quel sentiero, più è probabile che lo ripercorreremo in futuro. Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo adottato dei modi di agire e di pensare che sono diventati automatici.

Ma se alcuni di questi non fossero funzionali per i nostri obiettivi e la nostra felicità, o se fossero una delle 7 trappole mentali, cosa potremmo fare? Vediamo ora due consigli pratici e 4 esercizi per non cadere nelle trappole mentali.

2 consigli pratici e 4 semplici esercizi per evitare le trappole mentali

La nostra mente è molto più potente di quello che pensiamo: ogni trappola mentale può essere superata con un po’ di introspezione e consapevolezza.
Ecco tutto quello che puoi fare per fuggire da ciò che può condizionare la mente e trascinarti in un tunnel di negatività.

Consiglio n.1: Impariamo a riconoscerle!

Come tutte le trappole, anche quelle mentali ci colgono di sorpresa e sono difficili da evitare.
Spesso risulta complicato e faticoso uscirne, una volta che ci siamo caduti dentro.

La prima azione che dobbiamo fare è renderci conto della nostra situazione. Dobbiamo essere consapevoli delle modalità di pensiero e di azione che mettiamo in pratica.

Come possiamo liberarci di qualcosa che non sappiamo di avere? Come potremmo uscire da una situazione se non siamo consapevoli di esserci dentro?

Una volta che identifichiamo il bias cognitivo o il comportamento non funzionale, capiremo che uscirne sarà possibile.
Certo non è facile perché i bias cognitivi sono inganni, tranelli mentali che il nostro cervello mette in atto verso noi stessi.

Ecco perché può essere utile l’aiuto di un Life Coach o di un terapeuta perché ci permette, grazie alle sue competenze, di farci vedere le nostre modalità, senza inganni e senza trucchi, come se fossimo davanti ad uno specchio neutro e pulito.

In alcune sessioni di Coaching con dei miei clienti, mentre illustravo loro uno specifico comportamento che mettevano in atto (analizzando oggettivamente i fatti accaduti), ho potuto notare sul loro viso delle espressioni di incredulità e di sorpresa e talvolta ho ascoltato espressioni come “mi sono comportato veramente così e non me ne sono accorto!?!”.

Ma se vuoi esercitarti autonomamente, ecco due semplici esercizi che potranno sicuramente aiutarvi in questo lavoro.

Come tutte le trappole, anche quelle mentali ci colgono di sorpresa e sono difficili da evitare.
E spesso risulta complicato e faticoso uscirne, una volta che ci siamo caduti dentro.

Esercizio n.1: Il diario dei pensieri

Il primo esercizio che puoi fare per superare i tranelli mentali e lavorare su te stesso è molto semplice:

  • Procurati un’agenda e scrivi le attività che svolgi quotidianamente, anche le più banali;
  • Scrivi tutti gli eventi che si verificano e chiediti a cosa stavi pensando in quel momento. Sei uscito di casa per andare al lavoro: dov’era la tua mente? Hai pranzato con un amico: lo hai ascoltato? Sei stato in una riunione con il vostro capo: a cosa stavi pensando? Ti hanno presentato un nuovo collega: hai espresso dei giudizi?

Scrivere tutto forse ci può sembrare eccessivo e costoso ma ci può aiutare concretamente ad identificare gli elementi ricorrenti nel nostro modo di pensare e di agire. Scrivere aumenta la consapevolezza due volte: dobbiamo riflettere sia prima di scrivere, che durante la scrittura.

Se pensi che tenere un diario sia eccessivo, prova a cimentarti con il prossimo esercizio.

Esercizio n.2: Sveglia!

Per questo secondo esercizio, ti basterà solamente un dispositivo con una sveglia incorporata.
Punta un allarme sul telefono o sul computer in modo che suoni in momenti della giornata scelti a caso. Ogni volta che suona scrivi cosa stavi facendo e a cosa stavi pensando in quel preciso momento.

Rispondi a domande come:

  • Sono concentrato?
  • Sono focalizzato sull’attività che sto facendo?
  • A cosa sto pensando?
  • Che cosa ha influito sui miei pensieri?

Per entrambi gli esercizi sforzati di non dare giudizi: prendi solo atto di ciò che scrivi e immagina di essere un’altra persona che ti sta osservando. Se esprimerai giudizi rischierai di finire in una delle trappole che abbiamo visto!

Imparare a riconoscere i nostri pensieri e le nostre azioni ci permetterà di evitare le trappole mentali o di liberarci da esse più facilmente. Acquisire consapevolezza di noi stessi è il primo grande passo da compiere.

Consiglio n.2: Cambiare modalità di pensiero

Abbiamo visto che la ripetizione di un modello (di pensiero o di azione) causa la trasformazione di esso in una abitudine.
L’abitudine innesca il Pilota Automatico.
Il Pilota Automatico ci fa perdere l’attenzione e la consapevolezza del presente, portandoci spesso nel futuro e nel passato.

La parola d’ordine quindi è: CAMBIARE.

Ma cambiare non è facile. Il cervello è pigro e tenderà ad utilizzare le strade già battute, i sentieri neuronali che conosce perfettamente.

La buona notizia però è che il nostro cervello è una macchina meravigliosa!
Escludendo i casi di malattie cerebrali degenerative, esso non perde mai la capacità di imparare e di cambiare perché è plastico e molto flessibile: è sempre in grado di creare nuovi percorsi neuronali. Allora possiamo usare lo stesso processo della ripetizione per poterci liberare dai pensieri non funzionali, e sostituirli con quelli utili e funzionali. Ma è se così difficile cambiare il nostro pensiero, cosa possiamo fare di concreto da soli?

Esercizio n.3: Distruggi la Routine!

Ovviamente esistono molte tecniche che possono supportarci in un percorso di cambiamento (si, è un percorso, e spesso molto lungo!).

Voglio proporti un esercizio semplice (non è facile, quindi non prenderlo sottogamba!) che possiamo chiamare “Distruggi la Routine!” e cioè cambiare le nostre azioni quotidiane.

Perché cambiare il nostro modo di FARE può cambiare anche il modo di PENSARE!

Abbandonare o modificare comportamenti ripetitivi, consentirà al cervello di esporsi a nuovi stimoli e quindi di creare nuovi percorsi neuronali. Anche piccoli cambiamenti potranno rivelarsi estremamente utili.

Inizia a sperimentare nella tua vita quotidiana. Se in casa appoggi il telecomando sempre nel solito posto, cambialo. Se tieni l’orologio su una parete della cucina, cambia parete. Se il barattolo del caffè lo trovi ogni mattina su quella mensola, cambiagli posto.

Noterai che, in un primo periodo, ti sentirai confuso, nervoso o frustrato. Il tuo cervello si sta ribellando perché così facendo lo costringi a lavorare per creare nuovi percorsi nella memoria.
Se sarai costante e insisterai per qualche settimana, la frustrazione cesserà perché ti sarai abituato alle nuove connessioni, che diventeranno primarie.
Cambia strada per andare in ufficio. Se di solito utilizzi l’ascensore per uscire di casa, fai le scale. Leggi un giornale diverso. Cambia stazione radio in auto. Cammina invece di prendere l’automobile.

Quando scegli di cambiare un tuo comportamento scrivilo su un post-it e attaccalo in un posto che sia sempre visibile, sul monitor o sul frigo o sulla parete del tuo ufficio, in modo da tenere a mente di muoverti diversamente.

Imponiti di fare esperienze nuove, sforzati ad uscire dalla tua zona di comfort! Obbligherai il cervello ad allenarsi al cambiamento, ad essere aperto alle novità, ad imparare nuove cose, ad individuare nuove possibilità.

Esercizio n. 4: Approccio da Ignorante

Quando parlo di ignorante, sto facendo riferimento proprio ad una persona che non è a conoscenza di una determinata materia o di un determinato fatto.

Ma cosa significa esattamente approcciare alle cose da ignorante?

Vuol dire semplicemente togliere di mezzo le solite convinzioni, le impressioni, i giudizi e le conclusioni che abbiamo utilizzato in passato e siamo abituati ad utilizzare normalmente.

Pensaci bene: quando siamo convinti di conoscere qualcosa o qualcuno, smettiamo di prestare attenzione. E spesso perdiamo informazioni, non vediamo cose che talvolta per altre persone risultano lampanti.

L’atteggiamento da ignorante ci consente quindi di fare le cose in maniera diversa, e di vedere situazioni sotto altri punti di vista. Il mondo ci appare nella maniera in cui noi lo stiamo guardando.

Una stessa cosa può essere sempre diversa?

La risposta è Si!

Sperimenta questo atteggiamento in una situazione che ti è familiare. Ascolta una delle tue canzoni preferite come se non l’avessi mai sentita. Probabilmente scoprirai suoni che prima non avevi notato. Osserva un paesaggio come se non lo avessi visto mai. Probabilmente ti sembrerà diverso da come te lo ricordavi.

Se hai a che fare con una persona che non ti è simpatica, approcciala come se fosse il primo incontro, come se non la conoscessi. Scoprirai sicuramente qualcosa di lei che prima ti era sfuggito.
Sei davanti ad un problema di lavoro a cui non riesci a trovare la migliore soluzione? Prova a ripartire da zero. Ogni volta che guardi una situazione con curiosità ed interesse, fuori dai soliti schemi, da una prospettiva nuova, il cervello creerà nuovi percorsi neuronali alternativi.

Questo atteggiamento può rendere la tua vita più emozionante, sempre diversa, e ti permetterà di imparare ad imparare nuove cose.

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Conclusione

Sono convinto che una maggiore consapevolezza di noi stessi e dei nostri modi di pensiero e di azione, la ricerca attiva di nuove modalità più funzionali ed utili, l’esplorazione e la sperimentazione di nuove esperienze, ci consentano di arricchire la nostra vita e di godercela al meglio.

Godere della Vita non è forse il vero obiettivo di tutti noi?

Fonti: WikipediaIl Sole 24 OreImmagine – Libro: Mindfulness: Be Mindful. Live in the Moment

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