Musica per il nostro cervello!
Da sempre la musica ha accompagnato la mia vita.
Sono cresciuto a suon di liscio e mazurka; i miei genitori amavano ballare… anche a casa, e le hit dei Casadei le ho ancora oggi nella testa! 🙂
Ricordo poi da ragazzino, durante le vacanze estive passate dai miei parenti in Romagna, la mitica gita a San Marino!
Si perché all’epoca, a San Marino, si compravano le audio cassette taroccate di qualità! Con pochi soldi riuscivo a portarmi a casa la musica per tutta l’estate e l’inverno successivo!
Intorno ai 20 anni mi appassionai del vinile, diventando un psyco-collezionista. Sono arrivato ad avere più di 20.000 vinili!
Il mio primo sito web che costruii, all’inizio del nuovo millennio, fu proprio per poter vendere e scambiare dischi con altri collezionisti nel mondo!
E la cosa funzionò veramente! 🙂
Negli ultimi anni ho scelto di dedicare più tempo ad altre mie passioni, ma la musica continua ad esserci sempre.
Sono diventato un fan di Spotify!
Ma come posso immaginare il film della mia vita senza colonna sonora?
Sono sicuro che avrai anche tu molti aneddoti e ricordi legati in qualche modo alla musica!
Perché piace ascoltare la musica?
Perché per tanti di noi diventa un bisogno, una necessità?
Alcune risposte potrebbero essere “perché mi fa stare meglio”, “perché mi emoziona”, “perché mi carica” o “mi fa compagnia”. Insomma, sembra che la motivazione principale sia una ampia sensazione di benessere e di piacere.
In realtà, ciò che sembra un semplice e comune beneficio, è invece il risultato di meccanismi molto complessi e sorprendenti del nostro cervello.
Il senso di piacere proviene dal fatto che la musica, come il cibo, il sesso e le droghe spingono la parte di cervello antico, il sistema limbico, a produrre dopamina.
La dopamina è un neurotrasmettitore che agisce sul sistema nervoso simpatico causando l’accelerazione cardiaca e l’innalzamento della pressione sanguigna, e svolge un ruolo importante in diversi aspetti del nostro comportamento come la motivazione e la ricompensa, la cognizione ed il movimento volontario.
Ecco perché è vietato ascoltare musica durante una attività agonistica, come per esempio una Maratona. Oppure perché in battaglia si suona la carica…
Il fatto che venga coinvolto la parte antica del nostro cervello ci dice quanto la relazione che abbiamo con la musica provenga da tempi molto remoti…
Un Libro Consigliato
Cosa accade nel cervello quando ascolto la musica?
Grazie agli strumenti di neuroimaging, gli scienziati hanno potuto notare le attività del sistema centrale nervoso durante l’ascolto della musica, scoprendo che, ad esempio, la “gestione” avviene grazie a dei sistemi neurali molto complessi, principalmente situati nell’emisfero destro, specializzato in funzioni di decodifica dei toni, del timbro, della melodia, dell’armonia e della struttura della musica.
Una scoperta davvero interessante è stato notare una attività in una parte del lobo frontale, nel caso di dissonanze o accordi imperfetti, che normalmente si verifica quando ascoltiamo errori sintattici nel linguaggio.
Alcune teorie affermano che la musica e il linguaggio non sono altro che le due facce della stessa medaglia, funzioni omologhe evolute da un antenato in comune.
La musica ed il linguaggio quindi condividerebbero diverse caratteristiche ed aspetti evoluti prima della “separazione” dei ruoli.
Mi viene in mente il “dialogo” in “Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo” 🙂
La cognizione della musica appare come una funzione primordiale, estremamente importante dal punto di vista dell’evoluzione umana.
Un interessante esperimento di diffusione di musica classica effettuato su dei neonati con 24/48 ore di vita, ha confermato il fatto che già alla nascita sono presenti un’architettura neurale e una specializzazione emisferica destra per l’elaborazione di processi musicali già funzionanti.
Anche per il linguaggio, alla nascita è presente una specializzazione, che questa volta coinvolge l’emisferico sinistro, per l’elaborazione di stimoli uditivi ma con caratteristiche specifiche differenti.
Il motivo per cui il sistema neurale relativo all’elaborazione musicale sia sin da subito attivo e funzionante è dovuto alla funzione fondamentale di elaborazione degli aspetti musicali del linguaggio, indispensabili per l’apprendimento del linguaggio stesso nel periodo dell’infanzia.
Quali benefici può dare la musica?
Le scansioni cerebrali effettuate su musicisti esperti, quindi con una esposizione importante alla musica, mostrano uno sviluppo nettamente maggiore di connessioni neuronali nelle aree uditive e motorie, e di modifiche alle reti di connessione intra-emisferiche ed inter-emisferiche.
E’ ormai da anni riconosciuta e praticata la musicoterapia, che utilizza musica o elementi musicali per facilitare il raggiungimento di obiettivi terapeutici in diverse sfere della persona.
Per esempio la musica viene usata per i pazienti affetti da morbo di Parkinson, che hanno appunto difficoltà di movimento.
E anche per la memoria nelle persone affette da Alzheimer e nei bambini dislessici. In questo caso ascoltare musica aiuta a migliorare le funzioni di lettura e scrittura.
L’ascolto musicale e soprattutto la pratica musicale facilitano funzioni come l’attenzione e l’apprendimento negli studi. Aiuta nella gestione dello stress.
Sembra porti anche ad essere più altruisti e solidali!
Allora è proprio il caso di dire: Musica per il nostro cervello! 🙂
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